
Psicologi, infermieri, medici, insegnanti, forze dell'ordine... Tutte le professioni di aiuto possono incorrere più facilmente in questa condizione
Quando si parla di burn-out, si parla di una condizione sempre più diffusa nella società moderna, un insieme di sintomi che derivano da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorativo. Tale sindrome è stata descritta per la prima volta nel 1974 dalla psicologa americana Christina Maslach, la quale la definì come un quadro di rapido esaurimento emotivo e fisico ed erosione dell'impegno nel lavoro, risultato dello stress cronico. I suoi sintomi possono essere suddivisi in tre categorie principali: esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale.
L'esaurimento emotivo si manifesta con una sensazione di stanchezza costante, mancanza di energia e difficoltà a concentrarsi.
La depersonalizzazione si riferisce alla tendenza a sviluppare un atteggiamento cinico e distaccato nei confronti del lavoro e delle persone con cui si lavora.
La ridotta realizzazione personale si manifesta con una sensazione di insoddisfazione e di mancanza di realizzazione personale.
Le cause del burnout sono molteplici e spesso dipendono dal contesto lavorativo. Tra le principali cause si possono citare: un carico di lavoro eccessivo, un ambiente lavorativo poco stimolante, un clima organizzativo poco favorevole, un rapporto conflittuale con i colleghi o con i superiori, la mancanza di supporto sociale e la mancanza di controllo sul lavoro.
Per prevenire il burnout è importante adottare alcune strategie di gestione dello stress. In primo luogo, è importante imparare a riconoscere i segnali di stress e a gestirli in modo efficace. In secondo luogo, è importante prendersi cura di sé stessi, adottando uno stile di vita sano e dedicando del tempo al riposo e al relax. In terzo luogo, è importante sviluppare una rete di supporto sociale, sia all'interno che all'esterno del lavoro. Nel caso la sintomatologia da burnout emerga in modo importante si consiglia di rivolgersi a un professionista qualificato, come uno psicologo o uno psichiatra, per ricevere una diagnosi e un trattamento adeguato. Si rammenta che la sindrome di burnout può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, disturbi del sonno e problemi gastrointestinali. Tuttavia, è importante notare che tale sindrome non è una patologia ufficialmente riconosciuta, ma piuttosto una condizione di stress cronico (spesso sintetizzata popolarmente come “esaurimento nervoso”) che può portare a conseguenze molto negative sulla salute fisica e mentale.
Il burnout e la depressione, peraltro, condividono sintomi simili, come l'esaurimento, i sintomi fisici come il mal di testa e la stanchezza e la difficoltà di concentrazione. Tuttavia, esistono alcune differenze tra i due. Il burnout è tipicamente associato allo stress legato al lavoro e non è una condizione clinica diagnosticabile come la depressione; esso è caratterizzato come "fenomeno professionale" dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.